mercoledì 27 agosto 2008

Anno scolastico 2008-2009: Pronti, partenza… e tante polemiche !






Tra dichiarazioni bollenti e polemiche nell’universo scolastico, i cavernicoli fanno quattro chiacchere con una Prof sul mondo della scuola…

L’estate sta per volgere al termine ed il mondo della scuola inizia a scaldare i motori visto l’imminente inizio del nuovo anno scolastico.
Prime polemiche causate dalle dichiarazioni del Ministro Gelmini sulla presunta inferiorità della scuola (e degli insegnanti) nel Sud d’Italia rispetto al Nord. Le dichiarazioni “incriminate” sono poi state prontamente smentite. Nonostante questo gli animi non si sono sedati. Il governatore della Sicilia, per esempio, parla di “Giudizi razzisti su chi insegna al Sud”.

I cavernicoli vogliono approfondire quest’argomento concentrandosi però su un dato che fa riflettere: la scuola al Nord sopravvive grazie ai professori del Sud. Strano vero ? Non più di tanto. Infatti, ogni anno sono moltissimi gli insegnanti del Sud che vanno ad insegnare al Nord. Alcuni con il passare degli anni decidono poi di stabilirsi definitivamente nel posto in cui lavorano mentre altri chiedono il trasferimento e appena possibile tornano a casa.

Un cambiamento non da poco per chi decide di intraprendere il percorso per diventare insegnante. Dopo i 5 anni di università c’è la scuola di specializzazione per insegnanti ( SSIS ) e successivamente ci si affida alle graduatorie. Tante supplenze e se si è fortunati dopo anni si riesce ad ottenere la famosa “cattedra”, altrimenti ogni anno si ritorna ad esser schiavi della graduatoria.

Rivolgiamo qualche domanda ad una “pendolare dell’insegnamento”. Nata a Roma ma trasferitasi per esigenze “scolastiche” al Nord, Eugenia, ora professoressa di ruolo alle scuole medie ha accettato di rispondere a qualche domanda sull’universo “scuola”.

Prof, cosa ne pensa delle dichiarazioni fatte dal Ministro Gelmini che hanno scatenato tante polemiche ?

Penso che certe affermazioni, se non supportate da valide basi, siano assolutamente gratuite...In verità noi Prof siamo un po' stanchi di chi "sale in cattedra" (con tutto il rispetto per il Ministro, ovviamente) e si permette di giudicare senza conoscere quale sia la vera realtà della scuola...E mi riferisco non solo alla realtà delle graduatorie, dei concorsi, delle supplenze, delle ansie e preoccupazioni, ma anche, e soprattutto, alla realtà che si vive IN CLASSE ogni giorno...Solo trascorrendo non qualche ora, ma l'intero anno scolastico in più contesti ci si rende conto di cosa sia veramente il mondo "scuola".

Il trasferirsi per lavoro in una città che non si conosce comporta sicuramente delle rinunce importanti da fare: lasciare la propria città, le persone care, cambiare abitudini e ricominciare da zero. Anche dal punto di vista logistico credo che non sia facile riorganizzarsi una vita altrove, sentendosi sempre in bilico a causa delle graduatorie che ogni anno cambiano. Qual è stata la sua esperienza di insegnante “trapiantata” ?

Innanzi tutto mi sento di poter dire che mi sembra assurdo, in pieno 2000, dover "emigrare" al Nord per trovare lavoro...Considerando che, sulla carta, sembra che l'Italia sia al passo coi tempi, si stia allineando sempre più con gli altri Paesi Europei (e su questo avrei qualcosa da dire, ma sorvolo...per evitare inutili polemiche...), non mi sembra che le cose, rispetto ai primi anni del '900 ed al 2°dopoguerra, siano poi cambiate così tanto no? Non è stato facile vivere qui...Non conoscevo nessuno, ho scelto solo ed esclusivamente in base ad un discorso di "graduatorie" accessibili...come girare il mappamondo e puntare, a caso, il dito...Ero stanca di vivere ogni anno il dramma delle convocazioni all'USP di Roma e rimanere poi senza nulla in mano, perchè un nuovo decreto istituisce le SISS e dà loro 30 punti e ritrovarsi quindi continuamente scavalcati. Per non parlare del "commercio" di master e corsi di perfezionamento: una compravendita di punti e basta, purtroppo...Così ho cambiato vita, completamente...Mi sono rimboccata le maniche e sono ripartita da zero...Il primo anno è stato difficile: lasciare la casa, gli affetti, la città dove sei nata e cresciuta...In più ho problemi di salute e quindi aggiungi l'incertezza di un futuro e la paura di non farcela.
La cosa più assurda sono le persone "emigrate" come me, che ti guardano con diffidenza, che si domandano quanto pregiudicherà la loro posizione il tuo arrivo...Ecco, questo non m'è piaciuto e mi ha lasciato tanto amaro in bocca...Poi si fa l'abitudine e si va avanti, in un modo o nell'altro...Una cosa è certa: a 34 anni, con un affitto più spese (luce, gas, telefono, acqua, riscaldamento, rifiuti), viveri, medicinali e visite continue, abbonamento bus etc etc...non ho ancora una macchina ed anche il solo pensare di comprare una casa mia è assolutamente un'utopia...
Università, scuola di specializzazione, supplenze e poi chissà…forse il ruolo: quanta passione ci vuole per affrontare tutto questo ? E soprattutto c’è qualcosa che poi, una volta entrata in classe, la ripaga di tutti i sacrifici fatti ?

Ci vuole tanta passione è vero...consapevolezza che la strada che si è intrapresa è assolutamente in salita, che i sacrifici saranno tanti ed anche una volta arrivati (per chi ha la fortuna di arrivare alla sospirata meta) di certo non è finita...Perchè la salita continua, ogni giorno...Le nuove generazioni richiedono tantissimo: vogliono prof che stiano al passo con i tempi, che sappiano esserci, ma senza imporsi...vorrebbero non avere nessuno che detti regole, ma poi, almeno nella scuola, vorrebbero avere un punto fermo...un riferimento valido...Sappiamo quali siano le condizioni di tante famiglie, molti genitori lavorano e spesso i ragazzi rimangono a casa da soli...Non mi sento di biasimare padri e madri che sgobbano ogni giorno: come potrebbero fare a mantenere i loro figli nella società di oggi? E' anche vero che questa assenza non è positiva, che non tutti i ragazzi nascono responsabili...A volte c'è bisogno di stabilità ed un tempo la scuola rappresentava un valore, oggi, perdonate l'azzardo, ma ho la sensazione che sia diventata solo "un pubblico parcheggio"...

Mi chiedevi cosa ripagasse i sacrifici...E' proprio l'entrare in classe che ripaga, il vedere i volti dei tuoi ragazzi che ti sorridono, che nei temi ti raccontano la loro vita, che ti prendono da parte e ti aggiornano sulla loro vita sentimentale, che condividono gioie, soddisfazioni ed anche dolori con te...Il fatto che ti arrivino sms da ex-alunni ormai all'università, auguri di compleanno, telefonate, cartoline, mail che ti ricordano, ogni volta, quanto bene ti abbiano voluto e quanto tu ne abbia voluto (e continui a volerne) a loro...Questo non significa che sia tutto "rose e fiori", che non ci siano scontri o discussioni, ma finchè avrò una coscienza, cercherò di fare del mio meglio. Ho sempre pensato che, al di là della pagina di un libro, se riuscirò a trasmettere ai miei alunni anche solo uno dei valori in cui credo, l'amicizia, la libertà, l'amore, la famiglia...beh, allora come insegnante, sarò certa di non aver fallito...Questo è senz'altro il mio più grande desiderio...

La scuola è sempre al centro dell’attenzione: Prof fannulloni, bullismo, scuole private adibite a “diplomifici”, come ci si sente ad essere parte integrante di un sistema che spesso viene accusato?

Ci si sente sempre sotto l'occhio del mirino e ci si domanda perchè non si puntino i riflettori anche sulle situazioni positive...Su insegnanti che danno qualcosa ai loro alunni, su docenti che vivono l'insegnamento non come un timbrare il cartellino, ma come una missione, una responsabilità...Oltre che insegnante sono anche educatrice...mi piacerebbe che, ogni tanto, venisse valorizzato il lavoro che faccio, non sempre azzerato o sminuito...Ci sono tanti docenti che lavorano in scuole a rischio, in ospedale o in carcere...perchè non vengono mai interpellati? Perchè di loro non si parla mai? Io stessa ho lavorato in una scuola a rischio, a Tor Bella Monaca...E' stata l'esperienza più devastante, ma anche la più incredibilmente umana che io abbia mai vissuto...Un modo d'insegnare completamente diverso dai metodi tradizionali, l'umanità che ho vissuto e respirato lì non l'ho più trovata da nessuna parte...

Chiudiamo questa piccola intervista con un’ultima domanda: Ai piani alti parlano tanto di soluzioni “salva scuola”, tagli, finanziamenti… ma secondo Lei cosa servirebbe alla scuola per migliorarsi ?

Forse servirebbe ricominciare a credere nella scuola, puntare su coloro che fino ad ora ne hanno tenuto alto il nome...nonostante si dica il contrario. La cultura che si trasmette nelle scuole italiane è sempre stata al di sopra di qualsiasi altro Stato Europeo e questo lo sappiamo tutti fin troppo bene...altrimenti perchè tanti dei nostri laureati scappano dall'Italia e trovano subito lavoro all'estero? Forse bisognerebbe "tagliare" altre cose...optional superflui di cui si circondano tante persone...e per una volta, almeno una, sarebbe opportuno che gli insegnanti venissero valorizzati per quello che sono...Non sto dicendo che siamo tutti "santi" o assolutamente "devoti al lavoro", ma scusate...è un po' monotona la storia che fa "di tutta l'erba un fascio": cominciate a restituire la dignità ad un insegnante...e vedrete "quali miracoli" possano ancora accadere...Ottimista? Forse...Ingenua? Può darsi...ma io sono una di quelle che ancora credono nella scuola...Poi magari, come mi dicono tanti colleghi più grandi di me, tra qualche anno cambierò idea e perderò l'entusiasmo che è alla base del mio insegnare...L'ho detto a loro e lo dico a voi: quando e se dovesse accadere una cosa del genere, mi auguro di avere l'umiltà di ammettere che "il mio tempo è finito" e che è arrivata l'ora di mettere nel cassetto gesso e cancellino, magari per vivere qualche altra esperienza...

Grazie alla nostra Prof per aver risposto in modo così esauriente alle nostre domande e in bocca al lupo per l’inizio dell’anno scolastico oramai alle porte !

5 commenti:

Anonimo ha detto...

"La scuola al Nord sopravvive grazie ai professori del Sud" soffermo la mia attenzione maggiormente su questo punto! Secondo me è una cosa verissima. In generale noi del sud abbiamo più risorse, ma il problema è che non le sappiamo sfruttare. credo Che ognuno di noi si possa chiedere perchè ma nessuno possa darsi una riposta, perchè è molto complicato scavare fino ad arrivare alle origini di questo problema, che è un pò il proseguo della questione meridionale e delle differenze tra nord e sud che da sempre hanno travagliato la nostra storia.

Anonimo ha detto...

La scuola, argomento delicato.Balzato agli onori della cronaca non per la sua qualità.A mio avviso è opportuno un ritorno al ''pugno di ferro'',e dalle ultime notizie questa mi sembra la strada intrapresa dal ministro.
Per quel che riguarda gli insegnanti,spero che anche questo settori sia caratterizzato da meritocrazia.
Infine vorrei fare i complimenti all'autitrice per la perizia,nonostante sia ancora in erba.Complimenti per il post.

Anonimo ha detto...

"La scuola al Nord sopravvive grazie ai professori del Sud"....
Vorrei soffermarmi anch'io su questo punto.. Proprio pochi mesi fa leggevo su Repubblica che in Lombardia, la regione in cui lavoro, sono stati costretti a chiamare i vincitori del concorso per presidi tenutisi in Sicilia, Calabria, Puglia, Basilicata e Campania causa l'indisponibilità di personale in Regione. Ovviamente sono subito piovute critiche, Lega Nord in primis, per l' "incoerenza", chiamiamola così, dei vincitori del concorso causa la loro volontà di tornare a casa il prima possibile, privando la scuola di una continuità dirigenziale che io comunque considero fondamentale.
Da sottolineare che parliamo di presidi, quindi di persone con anni di esperienza, ed una conseguente età anagrafica non trascurabile. Mi permetto quindi di non cadere in inutili critiche relative a persone che devono abbandonare ciò che si è costruito in diversi anni per trasferirsi al Nord.

Sostengo la volontà, ragionevole, del tornare a casa appena possibile nel rispetto della scuola, dell'istituzione gestita, e dei principi umani nei confronti degli studenti.

Diverso è per quanto concerne gli insegnanti, i quali tra graduatorie varie sono costretti ad un viaggio che ha come unica e desiderata meta una cattedra, chissà, forse un giorno davvero vicino casa.

Attendo con attenzione ed un filo di curiosità quanto e quali provvedimenti del ministro Gelmini siano realmente attuabili nel nostro attuale sistema scolastico.

Nota positiva: i due licei di Roma e Milano che hanno preventivato un bonus di 200 euro spendibili in attività specifiche per chi detiene la media dell'8.

Modo sicuramente criticabile per premiare la meritocrazia, ma rappresenta pur sempre un inizio.

Sandro_

Anonimo ha detto...

Volevo aggiungere al mio commento un'estrapolazione dell'articolo " Il ritorno dei voti" di Michele Serra, pubblicato su Repubblica di venerdì 29 agosto, in seguito all'approvazione in consiglio dei ministri del disegno (o decreto legge, chissà cosa sceglierà il caro ministro Gelmini) sul ritorno dei voti nelle scuole elementari (in tal caso accompagnati da un giudizio) e alle medie.

Riporto solo le ultime righe di quello che è un articolo denso e ramificato nell'identità sociale e personale dei docenti, (non a caso l'ultima critica sugli insegnanti del Sud), anche loro vittime di un sistema che sembra non riuscire a realizzare azioni concrete, limitandosi a semplici operazioni di facciata come le ultime novità annunciate.

"Un ministro che sia il primo dei docenti e non la loro controparte. Come può pretendere rispetto e stima dagli studenti una scuola che non ha più il rispetto e la stima dei politici che la reggono?"....

Convenite anche voi?

Sandro_

Anonimo ha detto...

La scuola sopravvive grazie ai professori del sud? io questa affermazione non la capisco, per come è posta mi sembra una sciocchezza. Mi piacerebbe che venisse spiegata. Grazie.
lalu