Finiti gli esami di maturità. E adesso ?
Agosto è arrivato e per tutti gli ex maturandi che hanno deciso di continuare gli studi e imbattersi nell’incasinatissimo mondo universitario è tempo di scelte.
Girando per i vari forum e siti frequentati dal popolo studentesco è facile capire che di questi tempi, messi da parte gli interrogativi e le ansie che hanno preceduto la maturità, il “problema” degli studenti è quello della scelta dell’università a cui iscriversi e soprattutto della facoltà.
Farò la scelta giusta? Sarà quella definitiva? E’difficile? Troverò lavoro? Queste sono le tipiche domande che un po’tutti si fanno quando il momento del “si” è imminente.
Molto probabilmente quello che fa più paura è il trovarsi di fronte a qualcosa di “nuovo”, quel classico disagio che si prova nell’affrontare per la prima volta qualcosa di sconosciuto.
L’università è un mondo completamente nuovo e se vogliamo anche più complicato rispetto all’ambiente “casalingo” della scuola superiore. Ci sono più responsabilità e non c’è più il professore che con scadenze, interrogazioni, valutazioni intermedie e scrutini indica quali sono i “tempi” giusti di percorrenza dell’autostrada “scuola”. Non ci sono più regole da rispettare, compiti in classe da saltare, entrate alla seconda ora. C’è liberta. Libertà di non presentarsi agli appelli d’esame, libertà di starsene in giro quando invece si dovrebbe stare a lezione, libertà di prendere appunti durante la spiegazione oppure di sentire l’ultima canzone del proprio gruppo preferito con l’iPod nelle orecchie. Credete forse che il professore in un aula con 150 persone si interessi a voi?Si è liberi. Liberi di fare qualsiasi cosa in qualsiasi momento. Ma come ben sappiamo la libertà ha un prezzo. Si chiama “coscienza”. Quelli che non sono dotati di questo optional sono quei “ragazzotti” che vedrete con qualche capello bianco ancora seduti sulle scale della facoltà. A voi la scelta.
Ma torniamo a noi. Il titolo, così ambiguo, potrebbe anche ricordare una scelta d’amore. Seguire la testa o il cuore? No, non preparatevi a sentire qualche gossip cavernicolo perché non ne abbiamo (forse chissà, tra qualche tempo apriremo anche la posta del cuore, mai dire mai… ndr)!
La testa o il cuore riguarda infatti la fatidica scelta: seguo le mie passioni, i miei sogni, cerco di costruirmi un futuro “felice” oppure seguo i consigli dei miei genitori, dei miei amici più grandi, di qualche professore che solo per il fatto di avere qualche anno più di me crede di avere tutte le risposte e faccio la facoltà che in futuro mi darà più opportunità nel mondo del lavoro?L’ideale sarebbe decidere in modo totalmente autonomo senza essere influenzati da nessuno anche perché, si sa, ogni esperienza è diversa e non si può scegliere in base a qualcosa che ci viene riportato senza averlo provato direttamente sulla nostra pelle.
Come ben sappiamo non si può avere la botte piena e la moglie ubriaca. Di conseguenza credo che sia utopico pensare che la scelta che viene fatta sia quella “giusta”sia per la testa sia per il cuore. La bilancia, seppure minimamente, pende sempre da una parte o dall’altra.
Bisogna scegliere. I forum, in questo periodo “caldo”, sono pieni di queste domande. Le risposte? Variano. C’è il ragazzo che è rimasto “scottato” da una scelta di “testa” e ora torna indietro e allora consiglia di seguire il cuore, mentre la neolaureata che ora è disoccupata si “autoaccusa” per la scelta fatta e consiglia di scegliere il famoso “posto sicuro”.
Ho scritto tanto ma nelle mie parole non c’è nessuna delle risposte che tanti cercano; non ho indicato nessuna via. Nessuna preferenza. Nessun consiglio. Niente.
E voi, proprio da quel niente dovete partire. Lasciatevi guidare.
Da chi? Da cosa?Da voi stessi. D’altronde, tanto, si sa: “del futuro non v’è certezza”.
“Siate il meglio di qualunque cosa siate”.
venerdì 8 agosto 2008
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14 commenti:
Secondo me quando qualcuno sceglie la propria facoltà, università etc, deve usare la testa e capire che quello che sceglierai sarà un investimento per la tua vita, quindi in quanto investimento bisogna usare la testa e lasciare perdere l'istinto, il cuore etc. Quando si sceglie questo cammino di vita, secondo me, non si deve dare ascolto a nessuno, bisogna capire da soli e fare da soli la scelta su cosa fare dopo la maturità, per 2 motivi che allo stesso tempo possono essere banali ma molto importanti: 1) se si fallirà in quel cammino non si devono trovare scusanti sul perchè si è fallito per esempio ( io sn andato all'uni perchè lo volevano i miei genitori e io non volevo, o sono andato li perchè mi hanno detto che è facile e poi non lo è stato e per colpa loro ho perso anni della mia vita etc), è facile trovare queste scuse per giustificare dei fallimenti, per questo motivo la scelta deve essere individuale
2)non bisogna scegliere l'uni in maniera impulsiva del tipo (io odio la matematica ,ma siccome a ingegneria si lavora e si guadagnano tanti soldi scelgo ingegneria), bisogna sondare le varie possibilità che ci sono sul mercato e ragionare su quale sia la scelta giusta da fare tenendo conto sempre delle proprie capacità, e dei propri sogni e speranze.
Nell'uni è vero che ci sono tante "liberta", la prima che mi viene in mente è quella che non ti devi preparare ogni giorno la lezione giornaliera, come alle scuole superiori, poichè l'indomani ti interrogano, nell'uni hai scadenze stabilite e gli esami sai già quali sono all'inizio dell'anno, però come dicevo, queste libertà bisogna saperle graduare, nel senso che bisogna saper imparare a gestire il tempo, per esempio ( il 23 ho l'esame vado un'oretta al mare e mi diverto, poi studio per 5-6 ore a casa e poi la sera esco ma non faccio tardi se no l'indomani non studio), bisogna sapersi organizzare e aver acquisito (si spera alle scuole superiori) un buon metodo di studio. L'uni è diversa dalle scuole superiori, ma nonostante ciò si hanno più libertà,ma anche più responsabilità, inoltre l'uni si affronta in modo diverso a seconda delle proprie ambizioni del tipo (c'è chi dice a me non interessa prendere voti alti mi basta anche prendere il 18 finisco subito l'uni e vado a lavorare, c'è invece chi dice io voglio voti alti pazienza che finisco più tardi ma ho più possibilità di lavorare), tutti e 2 pensieri condivisibili però ogni uno dei 2 implica un criterio di programmazione dello studio in maniera diversa. Quindi chi va all'uni si prefigga un obiettivo in cui arrivare, che in base a quella meta deciderà il percorso da intraprendere.
ciauz
La scelta dell'università, e della facoltà, rappresenta forse una delle tante decisioni che rimangono indelebili nel nostro percorso di vita.
Si vive un'esperienza totalmente diversa, e per chi alle superiori non ha acquisito una buona dote di autostima e forza interiore forse l'approccio potrà risultare un pò ostile.
Il nostro sistema universitario sembra essere pieno di falle, ogni nuovo ministro dell'Istruzione ci mette mano, ma i problemi, chissà perchè, permangono. Non a caso l'ultimo taglio dei fondi previsto nella manovra economica, che porterà, molto probabilmente, ad un autunno caldo anche nel mondo dell'università e della scuola in generale.
Non è facile barcamenarsi, tra le numerose facoltà..di certo è che io sono propenso ad una scelta di cuore. Razionale.
Prediligere un percorso di studi volto esclusivamente all'occupazione post-laurea non so sulla distanza quanto possa essere gratificante. Certo, fare una scelta di cuore iscrivendosi ad un corso di laurea che stenta a creare occupazione lascia un punto interrogativo non indifferente.
Nel secondo caso subentra il rischio, che non vuol dire sconfitta/ "cosa farò dopo la laurea?". Bisogna essere consapevoli che la scelta fatta gioverà come formazione personale e culturale innanzitutto a te stesso, quindi un percorso tuo da portare avanti e da FAR VALERE POI DOPO NEL MONDO DEL LAVORO.
Se poi al Testa o Cuore, si aggiunge l'interrogativo di trasferirsi o no, il quadro è completo. (magari avremo modo di creare una discussione ad hoc per tale quesito).
Vorrei comunque consigliare a chi ha appena superato lo scoglio maturità, di non forzare la scelta dell'iscrizione all'università.
Prendersi un anno sabbatico, andare all'estero per imparare la lingua, frequentare un corso di formazione, può essere d'aiuto nella scelta universitaria che accantonerete solo per il tempo necessario.
Sandro_
Condivido quello scritto da Sandro.
Credo che una scelta fatta soltanto con la testa alla fine non sia assolutamente gratificante.
Come si fa a portare avanti un percorso di studi che non è quello che sognavamo per noi stessi ?
Oh Giò...anche in questo post mi trovo a darti ragione...La testa o il cuore? All'inizio del mio percorso (ero un anno avanti), fui "costretta" (dalla famiglia NdProf) a seguire la testa...arrivata a dicembre avrei voluto...SPARARMI!! Non perchè non fossi in grado di studiare o portare a casa "il pezzo di carta", ma perchè mancava la passione nel fare quello che stavo facendo...Mi sembrava di non scorgere nulla all'orizzonte, solo tristezza ed abbrutimento...Lo so che può sembrare assurdo, ma, letteralmente, mi stavo spegnendo...Mi sono messa contro i miei...ma proprio tutti (fratelli compresi!)...ed ho cambiato facoltà, approdando a Lettere...Il commento ad una voce è stato: "Non ce la farai mai, sarai una fallita"...Ebbene, per mia fortuna e mia "coscienza" (bellissimo il riferimento al prezzo della libertà!), è andato tutto alla grande...Mi sono laureata col massimo dei voti (e la media del 30) che non avevo ancora 24 anni, ho fatto il concorso per insegnare, superandolo, ed a 9 anni dalla laurea, ero già di ruolo (pochi giorni fa mi è arrivata la convocazione per il ruolo anche alle Superiori)...Oggi mi sento di dire..."alla faccia di tutti quelli che pensavano che non ce l'avrei mai fatta!"...
La strada è dura...chi dice di no? I sacrifici sono tanti...chi ha mai pensato il contrario? Ma la soddisfazione di alzarsi la mattina e sentirsi dentro di aver fatto la cosa giusta credo ripaghi...
Scusate il commento lungo, ma avevo piacere di condividere con voi la mia esperienza...perchè è meglio vivere di rimorsi che di rimpianti...
Un abbraccione a Giò...ed un saluto per tutti coloro che approdano a questo bel blog! :)
Aver letto della tua esperienza diretta credo che sia una bella "lezione" per tutti noi..abbiamo letto cosa comporta in pratica fare delle scelte dettate solo dalla testa...
Io penso solo a tutti quelli che continuano comunque un percorso che qualcuno ha scelto per loro...e non hanno la forza di dire "basta" e di cambiare...
Da parte mia posso solo farti i complimenti perchè non tutti hanno il coraggio di mettersi contro la famiglia per inseguire i propri sogni !
Grazie per aver condiviso con noi la tua esperienza !
La scelta dell'università è senz'altro un passo importante della vita di tutti gli studenti.
Senza entrare nel merito della questione,porto la mia esperienza.
Alle superiori i miei professori mi hanno sempre messo una grande ansia mostrandomi un panorama da missione impossibile.Io già sapevo da tempo la strada che avrei fatto,e il cambiamento non è mai stato un problema.
Ora ho finito la laurea triennale in econmia aziendale,venendo da un liceo linguistico.
Ho avuto anche la fortuna di avere alle mie spalle una famiglia che non mi ha messo mai alcun tipo di pressione, perciò sono stato sempre sereno nel fare le mie cose.
Tuttavia, è innegabile che sugli studenti universitari gravano un insieme di pressioni anche difficili da sostenere a volte.
Comunque credo che la scelta debba essere fatta con molta attenzione, tenendo presenti tutte la variabili del caso, ma io sono per le scelte di testa.Alla fine se uno deve fare una cosa che non gli piace, meglio che non la fa proprio.
Il dilemma testa o cuore in questi giorni credo stia assalendo molti ragazzi della nostra età... io sono uno di questi... mi andava perciò di raccontare la mnia esperienza... proprio ieri mi sono iscritto al test di ammissione del corso di tecnico della prevenzione nell'ambiente enei luoghi di lavoro... Ecco come è andata...
"Ore 9, Facoltà di Medicina (Professioni Sanitarie), una rampa di scale ti separa da quello che forse sarà il tuo futuro. Ad ogni gradino un pensiero diverso ti attraversa. Pensi a se stai facendo la cosa giusta, pensi se quando uscirai tutto resterà come prima o nulla resterà lo stesso, pensi a se ti troverai bene in questo nuovo ambiente, poi ritorni in te, alzi la testa e guardi avanti: manca poco, ancora pochi gradini.
La mente balza là, all’ultimo consiglio ricevuto: devi scegliere qualcosa che più ti appassioni, che più ti interessa, che più ti piaccia. Quindi non devi pensare solo agli sbocchi lavorativi, quindi ti assalgono ancora una volta tanti dubbi. Quei gradini che sembravano non finire mai purtroppo diventano sempre più pochi, avresti voglia di scendere di nuovo e ricominciare, con la speranza di liberarti dei tanti dubbi che varcano la soglia dei tuoi pensieri. Ma nemmeno il tempo di porsi qualc’altra domanda che ti trovi di fronte a quella porta, stretta e tappezzata di avvisi. Che fare?? Varcare il confine?
Emani un sospiro, stringi i pugni e ti fai coraggio. Adesso non puoi più tirarti indietro! Entri, ti guardi intorno, vedi solo tanti visi sconosciuti, ti senti perso, smarrito. Che fare adesso? Beh, ti metti in fila e aspetti il tuo turno. Cerchi di attaccar bottone con qualcuno,provi con qualche nuova matricola, ma sembra che non ne trovi, lì vicino a te, allora ecco delle studentesse che già frequentano, scambi qualche parola, chiedi qualche consiglio, ma hai la sensazione che nessuno si accorga di te, nessuno ti dà tanta importanza: sei solo un’aspirante matricola, insomma, un numero come l’altro che vuoi che importi a qualcuno che questo sia il tuo “primo giorno di università”. Quello che è importante per se, il più delle volte, infatti non lo è anche per gli altri.
Fortunatamente la fila si estingue abbastanza velocemente, almeno in questo sei fortunato, il tuo turno è già arrivato. Tutto impacciato ed emozionato raccogli il modulo per l’iscrizione al test e ti metti in un angolo a compilarlo. È come se i lunghi anni di gavetta che ti aspettano iniziassero tutti da lì, da quell’angolo stretto e scomodo, mentre tutti gli altri si dispongono nel mezzo della stanza. E tu devi pian piano prenderli di sorpresa e spintonarli per cercare di ritagliarti il tuo spazio. Ti senti solo più che mai. Poi tutto ad un tratto ti ritrovi intorno ragazzi della tua età nella tua stessa situazione. Allora tiri un sospiro di sollievo, hai quasi la sensazione di sentirti più forte, forse perché sai che qualcuno ti capisce perché è nella tua stessa situazione. Se prima attaccare bottone ti sembrava un’impresa, adesso fare amicizia con loro sembra la cosa più naturale del mondo, in un attimo mettete le vostre esperienze a nudo e vi capite a volo. L’ironia della sorte vuole che nessuno di quei ragazzi con cui hai parlato seguirà il tuo destino: chi a fisioterapia, chi a scienze infermieristiche, insomma ognuno che prende una strada diversa. Chissà se ci incontreremo di nuovo, ma siete stati voi le prime persone con qui ho condiviso questa nuova esperienza, tra il pagamento di un bollettino e la compilazione di una domanda.
Una volta compilato e pagato tutto, ti avvicini allo sportello per l’iscrizione, molto più tranquillo, ma ormai saranno le 10, la sala è ghermita, la fila si fa più consistente, ma nemmeno il tempo di realizzare tutto e ti ritrovi la ricevuta dell’iscrizione tra le dita. Da quel momento in poi sei iscritto. Il prossimo passo è il 9 settembre, data del test di ammissione. Adesso vivi un momento di assoluta tranquillità, ti senti completamente liberato, dopo giorni e giorni di riflessione, sei arrivato ad una scelta o meglio hai iniziato ad iscriverti a qualche test, di certo facendo così non rimarrai fuori, se vorrai potrai provarci.
Ma è nella tranquillità che ti assalgono i maggiori dubbi. Si, perché da quel momento, o forse qualche attimo dopo, ho capito che forse questa non è la mia strada. Lo dico con tranquillità perché da allora veramente ho capito che il mio futuro, o almeno la cosa che mi piace di più , che più mi appassiona o comunque mi interessa è fare questo che sto facendo adesso, scrivere, in un modo o nell’altro. Chissà quanti come me, chissà quanti concorrenti alla ricerca del premio finale, chissà quante difficoltà, ma è forse questa la strada più giusta da intraprendere. Sai che ci rifletterai, ci rifletterai ancora tanto, sai anche che forse potresti ancora una volta cambiare idea, ma sai anche che in un certo senso adesso sei anche più tranquillo. È vero hai fatto perdere tempo prezioso al tuo accompagnatore, ci hai rimesso 50 euro che non son pochi, ma poi ci pensi e arrivi alla conclusione che qualsiasi sia la tua scelta, le strade possibili le avrai valutate tutte., di certo non avrai rimpianti e questo è l’importante.
Scegliere tante volte è difficile, ma prima lo si fa prima si ha la possibilità di cambiare idea e rimediare. So che la mia scelta definitiva verrà fatta all’ultimo momento e per questo lascerò tutte le strade aperte fino alla fine. Probabilmente farò tutti i test delle facoltà che mi interesano maggiormente (3) perché quando arriverà il momento non dovrò fare una scelta obbligata, ma avrò la possibilità di scegliere tra le strade che ritengo più adatte a me.
Se posso dare un consiglio a tutti quelli che si trovano in situazioni simili alla mia, direi scegliete, iscrivetevi a più test, non arrivate alla fine rischiando di dover fare una scelta obbligata.
Il mio futuro? Probabilmente lo si saprà intorno al 31 ottobre quando scadono i termini delle immatricolazioni delle facoltà che ho scelto. Fino ad allora inizierò ad imboccare tutte le strade che si apriranno davanti ai miei occhi e se ne troverò una migliore delle altre cercherò d’andare fino infondo."
Non mi resta che chiudere questo primo intervento di una lunga serie (spero) salutando gli amministratori e gli utenti che visitano il blog... con la speranza che si espanda e cresca sempre di più... in questo senso sono pronto a dare il mio contributo!! e un bacio in particolare a Giorgia che mi ha fatto conoscere questo mondo... A presto!!!
The end of Clomid analysis in treating infertility is to seat conformist ovulation willingly prefer than give rise to the progress of numerous eggs. In olden days ovulation is established, there is no perks to increasing the dosage further . Numerous studies advertise that pregnancy almost always occurs during the first three months of infertility cure and treatment beyond six months is not recommended. Clomid can producer side effects such as ovarian hyperstimulation (rare), visual disturbances, nausea, diminished "trait" of the cervical mucus, multiple births, and others.
Clomid is often prescribed past generalists as a "start with line" ovulation induction therapy. Most patients should be subjected to the fertility "workup" prior to beginning any therapy. There could be tons causes of infertility in appendix to ovulatory disorders, including endometriosis, tubal malady, cervical ingredient and others. Also, Clomid analysis should not be initiated until a semen analysis has been completed.
Clomid and Other Ovulation Inducti
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