Storie dal carcere minorile di Nisida
Un’isoletta nel golfo di Napoli: Nisida. Un carcere minorile. Un giornalista che decide di calarsi in questa realtà così difficile.
Questo è “Diretto’io andrò in Paradiso”, un libro scritto da un giornalista romano, Pino Ciociola, inviato di Avvenire, che ha deciso di condividere per alcuni giorni con i ragazzi detenuti, la vita del carcere.
Un libro che non giudica, ma che racconta la vita di questi ragazzi che non hanno ancora compiuto la maggiore età ma già si ritrovano con la fedina penale sporca. Spaccio di droga, furti, e tanto altro: questa è la strada che hanno scelto per uscire dalla condizione di estrema povertà, materiale ed affettiva, che caratterizza le loro vite. Una rotta sbagliata ma non definitiva per chi si è reso conto che forse il futuro può offrire qualcosa di meglio, quella vita che va costruita giorno dopo giorno, rendendosi conto degli errori e facendo di tutto per non ricascare nel baratro. Il libro racconta infatti anche di qualche ragazzo che ce l’ha fatta ed ora vive una vita “normale”, memore degli errori del passato.
La chance per “ricominciare” è quella che viene data a questi ragazzi da chi a Nisida ci lavora. A partire dal direttore, tutti hanno come obiettivo la “crescita” di questi ragazzi, cercando di renderli consapevoli degli errori commessi e dandogli la possibilità di rimediare. Un capitolo del libro è dedicato proprio a Pina e Zio Peppe che da più di trent’anni gestiscono la cucina del carcere e negli anni sono diventati un vero e proprio punto di riferimento per i ragazzi. Ogni anno questi due signori infatti, ospitano nella loro casa per le feste natalizie alcuni di questi ragazzi dandogli così la possibilità di passare un Natale "diverso", visto che molti di loro una famiglia nemmeno ce l'hanno.
Nisida è anche concretezza: sono in corso infatti moltissimi progetti che aiutano i ragazzi ad inserirsi nel mondo del lavoro abituandoli gradualmente a prendere contatto con la realtà al di fuori delle mura del carcere di Nisida. Uno su tutti, è il “Progetto Jonathan-Indesit company”, che offre la possibilità ad alcuni dei ragazzi di lavorare nelle fabbriche dell’Indesit. Sponsorizzato dal 1988 da Vittorio Merloni, indica come sia forte la voglia di offrire un’occasione a chi non ne ha mai avute. Esemplare la risposta data dalla famiglia Merloni e dalla comunità a chi non vedeva di buon occhio quest’iniziativa.:” I vostri figli però hanno avuto la possibilità di studiare e grazie al vostro esempio anche di capire che si può costruire una vita onesta e dignitosa. Questi ragazzini no. Mai. Aiutateci a cercarla.” Molti genitori infatti quando partì il progetto si lamentarono perché mentre i loro figli non riuscivano a trovare lavoro c’era chi, pur avendo commesso un reato, aveva la possibilità di lavorare.
Un libro tutto da leggere che sicuramente fa riflettere da un punto di vista “nuovo”. L’autore, infatti, non si mette dalla parte di chi “giudica”: cerca di “capire” una realtà diversa da quella che siamo abituati a vivere ogni giorno.
Per chi avesse voglia di approfondire...
Diretto'io andrò in Paradiso
storie dal carcere minorile di Nisida
Casa editrice: Ancora
Prezzo: 11 euro
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2 commenti:
grazie del vostro consiglio, sicuramente lo prenderò essendo pedagogista sono vicino a questi argomenti. grazie ancora appena letto lascerò un commento sul libro
andrea
Ciao Giò...
complimenti per questa bellissima recensione...m'hai fatto venire voglia di leggere i libro e, di sicuro, lo consiglierò ai *barbari* delle terze...
Un bacione...sei proprio in gamba, ne sono sempre più convinta :)))
Un bacione dalla Prof
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